Che cos’è il Metaverso di preciso?
Mi sono reso conto che in tutti questi mesi di esplorazione personale del Metaverso e delle realtà strettamente collegate ad esso, non ho mai approfondito effettivamente che cos’è il Metaverso.
Cercherò di farlo ora, provando a scrivere la guida definitiva per spiegare che cos’è il Metaverso di preciso. Pronti? Una breve lettura all’indice, così se chi legge sa alcune cose può skippare nel punto più di interesse:
Metaverso, cosa significa
Cosa significa Metaverso? Secondo la definizione enciclopedica data da Treccani:
metavèrso s. m. – Termine coniato da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk Snow crash (1992) per indicare uno spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire attraverso avatarpersonalizzati. Il m. viene descritto come un enorme sistema operativo, regolato da demoni che lavorano in background, al quale gli individui si connettono trasformandosi a loro volta in software che interagisce con altro software e con la possibilità di condurre una vita elettronica autonoma. Il m. è regolato da norme specifiche e differenti dalla vita reale e il prestigio delle persone deriva dalla precisione e dall’originalità del rispettivo avatar. Si è parlato di m. per definire le chat tridimensionali e i giochi di ruolo multiplayer online.
E in effetti è così, a grandissime linee, il romanzo Snow crash racconta la storia di Hiro, un corriere/haker squattrinato che consegna pizze per conto della mafia e che nel tempo libero cerca di alzare qualche soldo extra vendendo informazioni private a una società nata dalla fusione della CIA e la Library of Congress. E queste informazioni le recupera nel Metaverso, una sorta di realtà virtuale alla Second Life.
Se ti appassiona la subcultura cyberpunk o sei un malinconico degli anni ’90 questa storia potrebbe piacerti. Qui sotto un paio di link a letture interessanti!
Metaverso, cosa è?
Fino qui è tutta teoria e storia pop, ma cos’è di preciso questo Metaverso e perché sembra che ci sia questo hype incredibile sul tema? Sì perché se è dagli anni ’90 che se ne parla, è dagli anni ’00 che se ne ha una percezione reale. Insomma, non c’è niente di nuovo in fondo… Ne parlo anche in altri articoli qui sul blog tipo quello in cui spiego come ci si entra.
LEGGI ANCHE: COME SI ENTRA NEL METAVERSO, LA GUIDA COMPLETA
Il metaverso è uno spazio sociale digitale online in cui le persone possono incontrarsi, lavorare e giocare in modo collaborativo su una varietà di dispositivi. Una parte fondamentale dell’esperienza è la creazione di un avatar digitale di te stesso che aiuti a radicare la tua presenza in questa prossima evoluzione dell’interazione con il web. Gli utenti possono “entrare” in un ambiente virtuale composto da mondi interconnessi.
Gli anni 2000 ci hanno fatto scoprire internet come luogo di relazione e networking e ora la cosa si sta evolvendo ad una velocità incredibile. Complice anche la tecnologia che ora permette di rendere ciò che una volta era solo fantascienza in qualcosa di reale. Sto parlando del visore di realtà virtuale (quello che Elon Musk prende in giro) ma che a tutti gli effetti permette una vera e propria immersione nel mondo virtuale del / dei Metaverso disponibili.
Una mia considerazione personale è questa. I big del mondo tech hanno da sempre avuto due grandi territori di azione, il primo è quello software, immateriale ed intangibile, il secondo è quello hardware, quello che fisicamente ci consente di accedere al primo. Qual è sempre stata la differenza tra Facebook, Instagram, Whatsapp e tutto il mix del gruppo Meta e Google, Snap.Inc o Apple?
Che i primi, non hanno mai avuto un hardware che consentisse di accedere ai loro software. La cosa incredibile che è passata un po’ sottotraccia negli ultimi anni, è che Facebook ha acquisito Oculus, probabilmente con l’idea di investire nello sviluppo di qualcosa di fisico che fino a qualche tempo fa non c’era. E si può dire che la strategia stia funzionando. Come quando la Apple ha lanciato itunes la prima volta, ci si accedeva da computer ed era un perfetto mix tra software e hardware.
Il modello base di Oculus Rift è sul mercato a poco più di 300,00 euro. Questo hardware consente di accedere a innumerevoli servizi e app e a mio avviso rappresenta un modo di democratizzare fortemente una cosa che potrebbe essere un punto di svolta incredibile.
Tutto quanto mi ricorda il primo test fatto da Google con i Google Glass, o i più recenti occhiali per registrare video Snap (o anche i nuovi Rayban con videocamera incorporata).

Ma il punto non è tanto quale hardware ci sia alla base, ma il fatto che con questa mossa, Zuckerberg è a tutti gli effetti un early producer di qualcosa che potenzialmente potrebbe diventare un oggetto che tutti quanti abbiamo in casa, proprio come lo smartphone o la macchina del caffè.
ATTENZIONE!!!
C’è qualcuno che ovviamente non pensa che questa cosa dei vr per entrare nel Metaverso sia molto sensata ed è qualcuno che di sta roba un po’ ne capisce… Mr Elon Musk, che in un’intervista una volta ha detto qualcosa tipo: “da piccoli ci vietavano di stare vicino alla televisione e ora l’idea è quella di spararci uno schermo da 70 pollici a 2 millimetri dagli occhi? Non credo sia la soluzione giusta”.
Infatti Musk è anche co-fondatore di Neuralink, ovvero la startup che sta sviluppando un dispositivo da incorporare nel cranio, che promette di amplificare e rielaborare i segnali elettrici derivanti dall’attività del cervello, per monitorarla e potenzialmente anche stimolarla.
Che in un futuro prossimo possa diventare la soluzione adatta per accedere al Metaverso senza per forza di cose collegarsi con un grosso e pesante visore che ha autonomia di batteria breve?
Metaverso, cosa si può fare
Una volta capito e assimilato il significato del Metaverso, è giunto il momento di capire cosa si può fare al suo interno.
In sostanza, nel momento in cui si dispone di un avatar, di un Universo virtuale da esplorare e di altre persone con cui interfacciarsi, di base si può fare tutto.
Negli ultimi mesi si parla molto di comprare terreni virtuali, oggetti virtuali, vestiti, cibo e sembra che la connessione tra Metaverso e crypto + NFT sia quasi immediata.
Andare a un concerto, lavorare, visitare una mostra di crypto art e incontrarsi con un amico che non si vede da tempo è tutta cosa normale per chi dispone di un accesso al Metaverso, ma non cambia molto da quanto accade già con i social network, diciamo che l’esperienza è un filo amplificata, proprio per il coinvolgimento diretto che abbiamo attraverso il visore di realtà virtuale.
“Gran parte dell’esperienza del metaverso riguarderà la possibilità di teletrasportarsi da un’esperienza all’altra”, dice Zuckerberg quando presenta per la prima volta il suo progetto.
Come si entra
Come si entra quindi in un metaverso? Ne ho parlato ampiamente in più articoli sul blog, ma idealmente è un gioco da ragazzi. Infatti basta connettersi a uno dei tanti mondi virtuali che sono già disponibili, che permetta di accedere a una community virtuale. Il più delle volte, questi mondi richiedono di avere già un wallet di cryptovalute, nel caso in cui si voglia ad esempio effettuare degli acquisti.
LEGGI ANCHE: COME SI APRE UN WALLET PER IL METAVERSO
Una volta connessi wallet e iscritti alla piattaforma, siamo pronti per accedere al Metaverso. Non è necessario l’Oculus su tante piattaforme, ad esempio Decentraland o The SandBox sono visitabili senza problemi anche da pc.
LEGGI ANCHE: COME SI ENTRA NEL METAVERSO SANDBOX
Metaverso per le aziende
Nelle mie ricerche per approfondire l’argomento, ad un certo punto ho scoperto che molta gente ha cominciato a googlare: “come aprire un metaverso per la mia azienda“, “miglior metaverso per le aziende“, “come entrare nel metaverso con la mia azienda” e cose di questo tipo. Proprio per questo motivo ho deciso di scrivere un post dedicato al Metaverso, perché mi rendo conto di quanto ancora sia misterioso questo argomento, che in realtà non ha niente di diverso rispetto a quello che esisteva già prima che Zuckerberg ha deciso di trasformare Facebook in Meta.
Quali sono le opportunità di business e quali sono i dubbi?
Al momento è tutto da costruire, quindi le opportunità sono numerose, sia per le aziende intenzionate a realizzare l’infrastruttura del Metaverso, sia per le aziende che vogliono entrare nel Metaverso con un ruolo da early adopter, ovvero essere tra i primi a fare qualcosa. Detto questo, si stanno piano piano definendo diverse opportunità di business per poter creare qualcosa di interessante.
Ecco una lista di alcune cose che si possono fare nel Metaverso (pensando al business)
1 Comprare e vendere terreni
2 Affittare spazi pubblicitari su terreni
3 Produrre e vendere oggetti per gli avatar che navigano nel Metaverso
4 Offrire consulenza a chi vuole entrare nel Metaverso e ha bisogno di graphic designer o sviluppatori
5 Sviluppare branded games in qualche universo presente e disponibile
6 Creare e vendere NFT dedicati
7 Utilizzare il Metaverso come canale di vendita dei nostri prodotti
E se da un lato ci sono numerose opportunità di business, dall’altro sorgono i dubbi… una moda del momento? Qualcosa di instabile? Un progetto troppo rischioso? Questo di certo non lo possiamo sapere, come d’altronde non lo si poteva sapere quando è arrivato internet, o ancora quando è stata inventata la macchina o è stata fatta la prima telefonata…
Conclusione
Metaverso è il futuro della rete, è internet amplificato, è connessione ovunque e in ogni momento con la variante che si potrà decidere se vivere un’esperienza nel mondo reale o nel mondo virtuale. Metaverso è ibridazione tra quel che viviamo ogni giorno, tra moneta virtuale, azioni digitali e identità digitale. Quello che accadrà da qui a 15 anni è tutto da scoprire, anche se so di per certo che il momento storico in cui ci troviamo è qualcosa di assolutamente spettacolare, che potrebbe portare tutta l’umanità a fare un grosso balzo in avanti. Anche se… anche se le sensazioni e le emozioni che possiamo vivere genuinamente, come farsi 10 km di corsa all’alba mentre il sole sorge, o trovarsi sotto al palco a un concerto, o ancora uscire per la prima volta con una persona, sarà difficile replicarle.