Cos’è The Sandbox? Come funziona The Sandbox? E la sua crypto Sand? Perché potrebbe essere un gancio per l’esplosione dei metaverso? Ho deciso di provarlo e scriverci una guida (che cercherò di tenere aggiornata) sperando che possa diventare un piccolo almanacco per tutti coloro interessati a conoscere e approfondire questa nuova realtà. Anche per coloro, che di crypto, metaverso e nft non ci capiscono niente.
Cos’é The Sandbox spiegato in modo semplice?
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Ebbene sì, in estrema sintesi, The Sandbox è un mondo virtuale dove i giocatori possono costruire, possedere e monetizzare le loro esperienze di gioco. Un primo esempio di Metaverso di moderna concezione
Com’è nato The Sandbox?
The Sandbox non è nato ieri, i primi passi di questo nuovo metaverso sono stati segnati da due grandi videogame di successo (The Sandbox del 2011 e The Sandbox Evolution del 2016). Questi due titoli, disponibili su iOS e Android, nel tempo hanno generato 40 milioni di download. Già nel 2018 i developer e l’editore (Pixowl) hanno portato questo videogame a un livello superiore, offrendo agli utenti la possibilità di partecipare alla creazione dell’ecosistema gravitante su blockchain.
The Sandbox probabilmente nasce con un unico grande obiettivo, ovvero spodestare due colossi come Minecraft e Roblox dall’olimpo dei videogame. La strategia? Premiare gli utenti permettendo loro di poter guadagnare partecipando all’ecosistema
Come funziona The Sandbox?
The Sandbox funziona in modo abbastanza semplice. Come in tutti i videogame c’è una fase di tutorial che permette all’utente di padroneggiare gli strumenti messi a disposizione. Essendo una piattaforma di gaming basata su blockchain, The Sandbox offre tre prodotti, che utilizzati insieme offrono un’esperienza UGC davvero originale.
Questi tre prodotti combinati nella maniera giusta, potenzialmente potrebbero offrire a un utente la possibilità di lavorare, monetizzare e vivere grazie a questo metaverso. Ovviamente, la prima cosa da fare è iscriversi. Per farlo, bisogna anche collegare il proprio crypto wallet. Io sono un grande fan di Metamask e quindi ho collegato quello (che utilizzo anche su Opensea).
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Una volta registrati e loggati, l’interfaccia è quella di un videogame. C’è un menu sulla sinistra che permette di esplodere tutte le opzioni, un menu sul nostro profilo in alto a destra e una serie di opzioni selezionabili dalla schermata principale. The Sandbox funziona a stagioni, un po’ come Fortnite e l’ambiente risulta da subito molto amichevole. L’idea è proprio quella di poter creare un luogo invitante per gli utenti.
A questo punto, per partire bene, serve creare il proprio avatar. E in questo caso ci sono alcune opzioni standard e altre customizzate (che ancora non credo siano disponibili per il mio account).
Personalmente, già mi immagino un futuro prossimo dove questo metaverso sarà talmente evoluto che le skin e gli avatar potranno avere sembianze grafiche iper definite. Chi si ricorda quando il protagonista di Ready Player one fa l’upgrade della tuta?
Una volta creato il proprio avatar e dopo aver esplorato un po’ la home di The Sandbox, siamo pronti per cominciare la nostra avventura, scaricando uno o tutti e tre i programmi che permettono di giocare, creare contenuti e NFT rivendibili sulle diverse piattaforme disponibili.
La piattaforma di gioco The Sandbox è composta infatti da tre software integrati che insieme forniscono un’esperienza completa per la produzione di contenuti generati dagli utenti (UGC). Questi programmi, combinati tra loro, avvantaggiano ulteriormente gli utenti consentendo loro di garantire la proprietà del copyright sul contenuto. I tre software sono il Voxel editor, che permette di creare modelli e animarli, il marketplace, che è un vero e proprio mercato che permette di smerciare i contenuti realizzati e il più complesso game maker, che è un editor che consente all’utente di costruire, condividere e monetizzare i giochi creati in piattaforma.
1 VOX EDIT X CREARE NFT SU THE SANDBOX
Lo so, lo so, sembrano parole scritte a caso, ma non è così. Voxel Editor è un software sulla falsa riga di Cinema 4d o Blender o After Effects, che permette in maniera molto più semplice dei sopracitati, di creare e animare qualsiasi cosa ci piaccia. E cosa c’entrano gli NFT? Mi sono dimenticato di dire che The Sandbox funziona e si regge grazie alla criptovaluta SAND, spendibile sul marketplace della piattaforma.
1 MARKETPLACE INTERNO A THE SANDBOX
Il marketplace di The Sandbox permette appunto di mettere in vendita i propri contenuti, trasformandoli in NFT. Esempio brutale… potrei decidere di cominciare a disegnare sneakers digitali e venderle in piattaforma. Niente male no?
3 GAME MAKER DI THE SANDBOX
Funzionalità wysiwyg per questo editor che non richiede conoscenza di codice e che permette a chiunque di potersi cimentare a realizzare i propri videogame all’interno del metaverso The Sandbox. E se non ci credi, prova tu stesso! L’unica competenza richiesta è ovviamente un po’ di creatività.
Come guadagnare utilizzando The Sandbox?
Arriviamo al punto fondamentale… Come guadagnare utilizzando The Sandbox? Senza perdere troppo tempo in spiegazioni, c’è da dire che esistono diversi modi per guadagnare usando The Sandbox. Eccone alcuni:
1 Gioca per guadagnare
Partecipa alla vita del metaverso, puoi farlo giocando a videogiochi che vengono resi disponibili gratuitamente. Completando i giochi o le task richieste, si potrà guadagnare SAND (la crypto moneta di The Sandbox) o in alternativa si potranno vincere NFT che poi si possono rivendere. Infine potremo riconvertire i SAND in euro e quindi fare profitto.
2 Investire in SAND
Come scrivevo prima, SAND è la “moneta” ufficiale di The Sandbox. Grazie a questa moneta, si può comprare LAND (pezzi di terreno virtuale finiti) e diversi asset da utilizzare nei videogame presenti in piattaforma.
2 Possedere un lotto di terra LAND
La piattaforma mette a disposizione una mappa. Attenzione, a differenza di MineCraft, The Sandbox non è un Universo aperto, ma è ben definito. Esistono solo 166.465 lotti che possono essere acquistati e dato che col passare del tempo il metaverso sarà sempre più popolato, la domanda aumenterà e l’offerta rimarrà sempre quella. Quindi un’idea potrebbe essere acquistare un “terreno”, affittarlo, rivenderlo, costruirci qualcosa, utilizzarlo per fare pubblicità… Chi si ricorda “1 million dollar webpage”? Una storia di altri tempi, che comunque ha qualcosa di familiare con il possedere LAND su The Sandbox.

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4 Creare NFT e venderli
VoxEdit permette di creare NFT e venderli sul marketplace interno. E la cosa davvero interessante è che posso decidere di vendere gli NFT anche su altri marketplace, come Opensea o superrare o Rarible… A riprova del fatto che il mondo crypto è fluido, diverso ma allo stesso tempo compatibile.
5 Costruire videogiochi
Sempre attraverso l’editor di videogame interno alla piattaforma, è possibile costruire videogiochi per poter coinvolgere altri utenti.
6 Lavorare conto terzi
Forse la modalità più difficile, ma a tutti gli effetti, il bello di essere in un metaverso è che alcune dinamiche si ripetono come nel mondo reale… Quindi anche qui ci saranno personce che pagheranno altre persone per poter realizzare qualcosa, ad esempio un videogioco, un edificio, una casa etc. etc.
CONCLUSIONE:
Da quando Zuckerberg ha cambiato il nome della società in Meta è esploso il mondo! Sento fibrillazione e ottime vibrazioni online e anche io sono abbastanza gasato da questa cosa. Per gli appassionati di questi temi, è naturale poter parlare di metaverso, avatar, contenuti, piattaforme, blockchain. Per gli appassionati di videogiochi, si tratta dell’inizio di una nuova era, che affonda le radici ai primi platform 2d, alle prime mappe di Duke Nukem, ai primi mondi esplorativi come quello di Myst oppure ai mega universi come quello di Minecraft. Per gli investitori invece sono soldi. Tanti soldi, tantissimi soldi, un progetto troppo ghiotto per non decidere di salire a bordo.
Forse affronterò la questione del metaverso in un altro post, però di base quello che c’è da sapere già si è detto, siamo all’inizio del web 3.0 e dopo il periodo iniziale segnato negli anni ’90, il web 2.0 dei social network e delle relazioni sulla piazza digitale, ora è giunto il momento di entrarci in questa piazza, rigorosamente indossando il nostro avatar virtuale.